venerdì 29 agosto 2014

Fusilli tonno e zucchine con una marcia in più

Venerdì sera, voglia di cucinare saltami addosso. Voglia di fare la spesa, pure. Risultato: vediamo un po' cosa ci offre la dispensa e inventiamoci qualcosa. E questa volta la fine è stata tutt'altro che scontata.

Ingredienti per 4:
350 g di fusilli (metà integrali, metà no)
2 zucchine
Mezza cipolla
Una scatoletta di tonno grande
Qualche pomodorino
Mezzo lime
Sale, pepe e un pizzico di senape in polvere
Origano e timo freschi

Mentre la pentola d'acqua per la pasta è sul fuoco, tagliare sottilmente la cipolla e metterla in padella a soffriggere con poco olio a fuoco medio-basso. Nel frattempo grattuggiare le zucchine con la grattugia a fori larghi (meno chic della julienne, ma rapida e indolore. Se avessi il robot da cucina userei quello) e trasferirle in padella, dove la cipolla sarà già dorata. Un pizzico di sale, uno di pepe e una punta di cucchiaino di senape in polvere per insaporire e poi una strizzata di lime e una grattata della sua scorza. Lasciare che le zucchine cuociano, scolare dall'olio il tonno e spezzettarlo con la forchetta direttamente nella ciotola nella quale serviremo la pasta. Quando le zucchine sono pronte, molto probabilmente l'acqua starà bollendo. Quindi la saliamo e ci buttiamo i fusilli (occhio ai tempi di cottura diversi tra i due tipi di pasta!). Trasferire le zucchine nella ciotola assieme al tonno, aggiungere un'altra abbondante grattuggiata di scorza di lime e una spruzzata di succo e qualche foglia di origano e timo freschi, che hanno un gusto meno amaro e meno invadente di quelli essiccati. Mentre la pasta cuoce, per ammorbidire il condimento, versiamo qualche cucchiaio di acqua di cottura nella ciotola e mescoliamo: in questo modo gli aromi delle erbette saltano fuori e non avremo la solita pasta al tonno secca che si ferma nel gargarozzo, ma anzi gli amidi della pasta formeranno quasi una cremina.
Non resta che scolare la pasta e versarla nella ciotola, mescolare e aggiungere i pomodorini tagliati a pezzetti o a rondelle.

domenica 27 luglio 2014

Formaggio spalmabile? No problem

Gironzolando per la rete, mi sono imbattuta in una notizia straordinaria: c'è qualcuno che si autoproduce il formaggio spalmabile! Come posso non provarci?  Detto fatto. (nel vero senso della parola, ci si mette un attimo!)
Praticamente il formaggio spalmabile è latte fermentato, ossia yogurt, privato del suo siero. Ottima notizia, perché è mia abitudine farmi lo yogurt in casa e quindi ne ho sempre a disposizione. In tutte le ricette che ho trovato è stato utilizzato yogurt intero, ma siccome cerco sempre di tagliare un po' sulle calorie, quello che mi preparo è fatto con yogurt magro e latte parzialmente scremato. Funziona perfettamente lo stesso.

Per preparare il formaggio spalmabile servono:
Yogurt
Sale
Un canovaccio o fazzoletto di cotone o lino non colorati
Un barattolo tipo bormioli o una ciotola
Un giorno di pazienza

Uso un barattolo tipo bormioli da un litro, ma va bene un barattolo bello alto o una ciotola. Infilo il canovaccio nel barattolo, lasciando i bordi all'esterno del collo. Salo lo yogurt, per 1/2 litro un cucchiaino scarso, e lo verso nel canovaccio tenendolo bene in modo che non cada nel barattolo (si può anche fermare il canovaccio al collo del barattolo con un elastico). Poi appoggio il tappo e lo avvito quanto posso. Ora il barattolo va in frigo a riposare per 24 ore. In questo tempo lo yogurt perderà il suo siero e si trasformerà piano piano in delizioso formaggio spalmabile. Fate attenzione che il siero non arrivi a toccare il canovaccio, lo yogurt non si asciugherebbe! Se dovesse succedere, basterà trasferire il siero in un altro barattolo. Perché dico trasferire? Perché il siero di latte è pieno di fermenti lattici, proteine e altre bontà che non avrebbe senso sprecare. C'è chi se lo beve tal quale, ma io preferisco usarlo in panificazione al posto dell'acqua (tutta o in parte): rende il pane morbido e più nutriente, inoltre il siero di latte in industria alimentare è usato come conservante...
Passate le 24 ore, basterà raccogliere il formaggio dal canovaccio, trasferirlo in un contenitore richiudibile e conservarlo in frigo.

Per chi non avesse a disposizione il barattolo, si stende il canovaccio nella ciotola, si versa lo yogurt, si chiude il canovaccio con un nodo, una molletta o un elastico e lo si infila in un cucchiaio abbastanza lungo da stare di traverso sulla ciotola, in modo da lasciare il fagottino di yogurt sospeso sulla ciotola e libero di scolare il siero.

Nella foto vedete il mio secondo esperimento: formaggio spalmabile al curry, che ho aggiunto durante la salatura dello yogurt.

Divertente da provare, economicamente vantaggioso solo se si produce lo yogurt in casa perché la resa è di circa 1/3 del peso iniziale, usando quello magro. Ma si prepara un prodotto sfizioso e senza additivi.

Non buttare la saponetta!

Chi non si è mai trovato con qualche saponetta dimenticata negli angoli del mobiletto del bagno? Chi ha usato tutte le saponette raccolte nei vari alberghi?
Avendo due bambini, per quanto sia divertente lavarsi le mani con la saponetta, alla fine della fiera con una bella schiacchiata da dispenser del sapone posso pensare di non controllarli e di non trovare i resti del passaggio di uno tsunami in bagno.
Nel riordinare la casa dei miei genitori, di saponette ne ho trovate un bel po'. Ne compravo a tonnellate prima che la mia dolce metà decidesse di non usarle più per farsi la doccia. Che fare quindi con tutte quelle saponette? C'è chi le usa per profumare i cassetti, ma io non sono quel tipo.
Ed ecco che mi balza in mente un'idea: esisterà pur un modo per avere del sapone liquido, visto che ne ho tanto di solido! Anche questa volta mi è venuta in aiuto questa signora qui: la regina del sapone. (Andate a farvi un giro su questo sito, è pieno di ottime idee)
Per ottenere sapone liquido, che non è vero e proprio sapone liquido ma gel di sapone, bastano due ingredienti: la saponetta e l'acqua.
La saponetta da trasformare va grattuggiata, anche non troppo sottile, o ridotta in pezzetti o in scaglie. Si aggiunge acqua, circa 4 volte il peso delle scaglie, e si mette sul fuoco. Ora, la quantità di acqua da aggiungere dipende dal tipo di sapone che si sta trasformando: un sapone che durante la spezzettatura resta secco avrà bisogno di più acqua, ad uno più grasso ne servirà di meno. In ogni caso, mentre è sul fuoco si continua ad aggiungere acqua fino ad ottenere una pasta morbida. Si mescola e si fa sobbollire finché tutte le scaglie non si sono sciolte, poi si lascia raffreddare. Durante il raffreddamento,  sicuramente la pasta si addenserà un po', ma non preoccupatevi.  Sarà inutile riscaldare di nuovo ed aggiungere altra acqua, basterà munirsi di un bel frullatore ad immersione ed aggiungere acqua mentre si frulla, fino ad ottenere la consistenza desiderata. Meglio aspettare ancora qualche ora prima di trasferire il gel di sapone nei contenitori, potrebbe essere necessario dare un'altra frullata.

Io avevo due vecchie saponette molto secche (e anche dall'INCI paurosamente orrido, sic) e sono riuscita ad avere circa 4 litri di gel di sapone! Piano piano finiremo questa scorta e passeremo ad altre saponette, fino ad esaurimento. Poi sono sicura che comprare una saponetta, con un buon se non ottimo INCI, e trasformarla in gel di sapone sia più conveniente, ed ecologico, che compare il solito litro di ricarica al supermercato.

martedì 4 marzo 2014

Chips di frutta

Un'idea veloce per uno spuntino senza avere la coscienza sporca? Uno spezza fame per bimbetti che mangiano poca frutta e verdura? Eccolo qui! Senza spendere un patrimonio (un sacchetto di mele secche costa una fortuna, se si pensa a quello che c'è dentro) e magari utilizzando quella mela che si sta mummificando in attesa che qualcuno se la mangi.
Io oggi ho provato con una mela e una pera, ma visto il successo proverò a breve anche con altra frutta e la verdura.
Basta affettare sottilmente la frutta ben lavata, spennellarla con un po' di succo di limone (o lime come ho fatto io) per non farla annerire, magari aromatizzandolo con un po' di cannella, appoggiarla sulla placca del forno ricoperta di cartaforno e infilare il tutto in forno a 100 gradi ventilato o con lo sportello aperto.
Le mie fettine erano veramente sottili, quindi in tutto è bastata un'ora scarsa. L'unica accortezza è quella di girare con attenzione le fettine a metà cottura e stare attenti che non brucino. Lasciandole raffreddare diventeranno ancora più croccanti.
Si conservano in un contenitore ben chiuso perché temono molto l'umidità.
Ottime da portare come spuntino al lavoro o a scuola, per placare l'attacco di fame nervosa, da sgranocchiare davanti a un film e per addolcire qualsiasi momento.